Milano-Roma-Addis Abeba-Lubumbashi-Lilongwe-Balaka… quest’anno il porta a porta è durato 27 ore. Ed eccomi di nuovo finalmente qui. Gli odori del Malawi si respirano appena uscito dall’aeroporto ed è una ventata d’ossigeno. La stessa che aspetto ogni anno.
Il viaggio è durato più del solito ma l’importante è essere arrivato.
E subito il primo imprevisto di quest’anno: non c’è la trivella! Doveva essere già arrivata l’altra sera per partire oggi con i primi scavi ma… cuscinetto rotto!
In riparazione a Blantyre. Alzo gli occhi al cielo e sorrido. Non riuscirò mai a capire che qui qualunque pianificazione è destinata a fallire.È il primo giorno, non ci si può certo già arrabbiare con l’indiano. Però è una storia già vista lo scorso anno, quindi è meglio chiamarlo subito per dirgli che ho un piano B: se entro domani non sarà qui, si cambia fornitore. Deve, o almeno dovrebbe, aver funzionato. Mi richiama e pare che nottetempo arriverà la squadra qui a Balaka e domattina alle 6 potremo cominciare. Vedremo…
Nel frattempo la giornata porta comunque la sua buona dose di emozioni, soprattutto al mattino quando andiamo con Agostino e Kamanga, anzi no Douchet (da oggi devo chiamarlo così) a Ngalitche, il villaggio dove l’anno scorso abbiamo costruito un pozzo in memoria di mio papà. L’anno scorso, la settimana dopo l’inaugurazione, era nato un bambino al villaggio. Gli hanno dato nome Matteo. Che dire di più… sono andato a conoscere lui e a ringraziare la mamma per il grande regalo che mi aveva fatto.
Il resto della giornata abbiamo fatto i sopralluoghi ai villaggi dove abbiamo pianificato gli scavi, verificando che avessero tutti i requisiti per farli. Mentre noi portavamo il cemento che servirà per la base dei pozzi, la gente del villaggio, zappa alla mano, preparava il terreno per il pozzo. Tante feste al nostro arrivo, canti e balli in attesa del grande evento. È tutto pronto. Ora aspettiamo la trivella, altrimenti… piano B.
Bentrovato Malawi.