12 giugno 2018

Basta una notte e torna il buonumore. L’incazzatura di ieri è già passata e appena sveglio una delle prime cose fatte è stata chiamare il tipo che suor Giusy conosceva e che ha una trivella. Dopo mille telefonate ci accordiamo per anticipare metà della cifra (deve comprare i tubi e non ha i soldi per fare gasolio al camion…) prima dell’inizio dei lavori, il resto solo ad acqua trovata. Così è, non c’erano alternative. Ma soprattutto la promessa è di arrivare domattina a Nsanama per fare lo scavo. Arriverà? Boh. Domani è un altro giorno. Nel frattempo nel pomeriggio sono andati avanti i lavori di muratura del pozzo scavato ieri. Miya impeccabile come sempre, in una giornata di duro lavoro ha terminato il basamento. Ora dobbiamo montare il pozzo, cosa che faremo giovedì.
Ogni anno vengo in Malawi per mille motivi e quest’anno ne avevo uno in più.
C’era un pozzo in particolare che dovevo costruire. E il pozzo è stato quello di Ngalitche, quello che il villaggio mi ha a sorpresa dedicato incidendo il mio nome sul cemento. Non poteva esserci un pozzo migliore da dedicare a mio papà e lasciare per sempre, qui in Malawi, il mio nome vicino al suo.
Un posto molto lontano e molto diverso dalle vette innevate che lui amava ma che sono sicuro gli piacerà.
Ciao Giovanni, ciao Papà.

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